L’archivio dei Sak Yant più rari
INTRODUZIONE
In questo articolo raccoglieremo tutti gli approfondimenti che riusciremo a fare su quei Sak Yant rari, che nonostante si scorgano di rado sulla pelle dei thai hanno comunque un certo valore storico-culturale nel panorama dei tatuaggi Yantra.
– Yant n.5 | 1° pubblicazione 14/07/2020
Yant Ruesi Pikanet ยันต์ ฤาษีพิฆเนศ
Che il panorama religioso thai fosse complesso ci era già ben chiaro ma questa presa di coscienze non è comunque d’aiuto quando ci si vuole districare nel fitto ginepraio di influenze brahmanico-induiste di cui si costituisce in parte il buddismo tailandese. Per ogni singola nozione che acquisiamo si aprono capitoli interi di storia e conoscenze a noi sconosciute e tutte da indagare. L’ultimo caso di questo genere riguarda proprio le ricerche svolte sullo yant che raffigura Ganesha, il dio del successo, con più teste.
Esistono (almeno) trentadue diverse raffigurazioni del dio Ganesh, Phra Phikanet [พระพิฆเนศ] per i thai, ciascuna delle quali viene venerata in contesti differenti e per degli scopi specifici. I thai si riferiscono a queste raffigurazioni come alle “posture” della divinità chiamandole pang [ปาง]. Ciascuna pang si differenzia dalle altre per sia per l’aspetto figurativo che per quello votivo caratterizzando così ogni singola versione di Phra Phikanet come idonea alla venerazione in contesti diversi e per delle ragioni specifiche. Ad ogni pang inoltre corrisponde un mantra specifico che i devoti recitano per invocare su di essi la benevolenza del proprio dio.
A seconda della “postura”, lo stesso dio Ganesh diviene di volta in volta il patrono di diverse categorie di persone come per esempio i bambini o i lavoratori stranieri e per ogni sua pang, Phra Phikanet viene raffigurato con un numero diverso di braccia, con un’età diversa, con delle diverse combinazioni di gesti (mudra) e tenendo tra le mani oggetti e accessori specifici alle caratteristiche per cui viene venerato in quel preciso contesto. Le differenze possono essere davvero svariate e possono spaziare dal colore della pelle al veicolo (solitamente un topolino) sul quale Ganesh si conduce.
Per rendere meglio l’idea prendiamo come esempio la pang Bala Gampati, in thai Phra Ban Kanapati [พระบาล คณปติ]. Bala Gampati rappresenta l’infanzia di Ganesh quando ancora infante gattonava sulle ginocchia. La pang, quindi la postura, con la quale è raffigurato Phra Phikanet in pang Phra Ban Kanapati è proprio quella di un Ganesh bambino che gattona al suolo. Statue o raffigurazioni di Phra Ban Kanapati si ritrovano comunemente negli asili, nelle scuole elementari o nelle famiglie dove sono presenti dei bambini di cui il “baby Ganesh” è considerato il patrono. Oltre ad essere il protettore dei bambini, Phra Phikanet in pang Phra Ban Kanapati viene adorato anche da coloro che desiderano figli o auspicano ad una crescita in quanto ritenuto auspicioso per la fertilità e la crescita.
Statuetta di Ganesh in pang Bala Gampati Credits
Tornando alle pang di nostro interesse, quelle che vedono Phra Phikanet raffigurato con più volti sono differenti. Phra Phikanet in pang Trimukha Ganapati, in thai Phra Tri Mukkhanapati [พระตรีมุข คณปติ] corrisponde alla “postura” di Ganesh con tre volti i quali si riferiscono ai tre mondi: quello celeste, quello degli umani e l’inferno. Quest’altra versione del dio elefantino è ritenuta portatrice ricchezza, potere e sicurezza.
Sak Yant di Phra Phikanet con tre teste Credits
Ganesh in pang Trimukha Ganapati Credits
La raffigurazione di Ganesh in pang Trimukha Ganapati assume anche un’altra connotazione, quella di un Ganesh Ruesi. I Ruesi [ฤาษี], o Lersi sono gli eremiti onniscienti adorati dai thai in quanto rappresentano gli antichi saggi, maestri di tutte le scienze, incluse quelle occulte. Esistono innumerevoli tipi di Ruesi, ne sono stati classificati centootto ma si suppone con fondate ragioni che siano di più. Tra questi ne esistono alcuni con la testa di animale o addirittura con più volti e anche le divinità Brahma, in thai Phra Phrom [พระพรหม], e Shiva, in thai Phra Siwa [พระศิวะ] verrebbero annoverato come Ruesi.
Quando il dio Ganesh, Phra Phikanet, viene interpretato come un Ruesi cambia il suo nome in Ruesi Phikanet [ฤาษีพิฆเนศ] il quale può essere raffigurato con un numero di volti che va da uno a quattro.
Yant Ruesi Phikanet Credits
Le caratteristiche di Ruesi Phikanet differiscono da quelle dell’analoga pang Trimukha Ganapati, si parla di una raffigurazione (statua, talismano o Sak Yant) che sia in grado di emanare benedizioni in qualsiasi circostanza e direzione -spaziale e non.
La storia che abbiamo appreso è che il Ganesh monaco fu ordinato come eremita con quattro volti e il suo compito era quello di portare delle benedizioni speciali alle persone quali l’inizio di una nuova vita, un nuovo inizio, la meditazione e la saggezza.
L’Ajarn autore di Ruesi Phikanet ha affermato che il suo yant corrisponde proprio alla versione Trimukha Ganapati di Ganesh. Il suo Ruesi Phikanet ha effettivamente tre facce come la pang Trimukha Ganapati, ma stando ad alcune descrizioni della versione eremitica di Ganesh, questo avrebbe avuto quattro teste. Ci sono buone probabilità che secoli di interpretazioni e adattamenti abbiano favorito una serie di diramazioni interpretative che comprendono e accettano svariate modificazioni.
Per il gusto di indagare, ci siamo presi la briga di analizzare anche la pang di Ganesh a quattro teste che, a seconda del modo nel quale viene raffigurato, potrebbe mostrare solo tre dei suoi quattro volti, il centrale e i due laterali, celando alla vista dell’osservatore il quarto volto posizionato posteriormente rispetto a quello centrale (proprio come nelle raffigurazioni del dio Brahma, il quale pur avendo quattro volti viene raffigurato con sole tre facce per la medesima questione visiva).
Ganesh in pang Dwija Ganapati Credits
La pang di Ganesh a quattro volti è detta Dwija Ganapati, in thai Phra Thawicha Kanapati [พระทวิชา คณปติ] e simboleggia la rinascita, la perseveranza e la ricerca della conoscenza. Questa versione di Phra Phikanet è ritenuta auspiciosa per gli imprenditori, gli uomini d’affari in generale, i lavoratori stranieri e gli esploratori non soltanto in senso stretto, ma tutti coloro che si ritrovano ad essere pionieri in un determinato campo.
Alla data della scrittura di questo approfondimento non sappiamo ancora se lo yant di Ruesi Ganesh appartenga o meno alla tradizione più antica del Sak Yant, quella detta “boran” né se sia una particolarità dei pochi Ajarn che lo realizzano. Ad oggi abbiamo visto eseguire questo tipo di yant soltanto da due maestri, per questo motivo e per via dei quesiti ancora senza risposta, archiviamo quest’altro misterioso Sak Yant tra i casi più particolari.
– Yant n.4 | 1° pubblicazione 29/04/2020
Yant Nang Phim ยันต์ นางพิม
Lo yant della donna partoriente si scorge di rado sulla pelle dei thai per diverse ragioni e una di queste è che può essere tatuato legittimamente sulle gambe (solitamente sulle cosce). Nang Phim, nota anche come Mae Phim [แม่พิม], Mae Pimpa [แม่พิมพา] e Mae Nang Phim [แม่ นาง พิม], viene raffigurata mentre partorisce in piedi il proprio figlio che si accinge a nascere in posizione podalica, ovvero presentandosi verso il fondo dell’utero con i piedi anzi che con il capo.
Secondo le credenze dei thai questo yant rientra nella categoria dei Sak Yant veicolanti il potere del Maha Saneh, ovvero, la capacità di far innamorare gli altri di sé. Nang Phim favorirebbe quindi lo “scatto della scintilla” e l’attrazione sentimentale ma avrebbe anche delle altre proprietà oltre l’attrazione dell’amore: il successo, la capacità di promuoversi in ambito sociale e lavorativo, l’ottenimento della preferenza delle persone e l’attrazione della generosità.
Nel complesso è uno yant di Metta, di attrazione di sentimenti e feeling che inducono a situazioni positive e vantaggiose.
In Tailandia le anomalie della natura sono sovente interpretate come dei segni soprannaturali, incluso il parto podalico. Ci è stato spiegato che la posizione podalica del nascente è direttamente correlata al potere di questo yant di ottenere ciò che si desidera. Il nascente infatti si accinge a fuoriuscire dalla madre come a voler compiere qualche volontà.
Rispetto all’interpretazione di coloro che correlano questa raffigurazione alla nascita di Buddha (o di un Buddha) abbiamo appreso che lo Yant Nang Phim è frutto di una commistione più antica tra Brahmanesimo e Induismo ed è anche per questa ragione che viene legittimato ad essere portato sulle cosce.
A rinforzare il controverso carattere di questo Sak Yant dato sia da ciò che raffigura che dalla possibilità di essere tatuato al di sotto della cintura, vi è il suo annoveramento tra gli yant di magia nera.
Effettivamente questo yant potrebbe essere definito come una sorta talismano borderline, che quindi risiede proprio sulla linea di confine tra magia bianca e magia nera.
I pareri al riguardo sono differenti. Senza farsi troppe domande molti Ajarn lo considerano uno yant di magia nera per il fatto che venga solitamente tatuato sulle cosce, non dando troppo peso alle origini e peculiarità di questo yant.
Avendo visto dei monaci benedire delle statuette e degli amuleti di Nang Phim abbiamo posto la domanda diretta e la risposta dell’Ajarn intervistato è stata al contempo illuminante e complessa da comprendere: “c’è una spiegazione per questo, secondo alcuni monaci la differenza tra la magia bianca e la magia nera consiste nel proposito degli intenti. La magia può essere considerata come un coltello, se adoperato in cucina per preparare i pasti non nuocerà a nessuno come la magia bianca. Se il coltello viene invece usato per compiere un delitto, allora nuocerà a qualcuno come la magia nera”.
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– Yant n.3 | 1° pubblicazione 14/04/2020
Yant Sua Sam Hua ยันต์ เสือ สาม หัว
Noi occidentali conosciamo molto poco sullo yant della tigre a tre teste, Sua Sam Hua. Un Sak Yant quello della tigre cerberina che nella stessa Tailandia viene tatuato di rado e da pochi Ajarn.
Seguire le tracce di Sua Sam Ham non è stato affatto semplice, questo yant tanto raro quanto particolare venne portato per la prima volta all’attenzione dell’occidente da Joe Cummings nel suo libro Sacred Tattoos of Thailand (2012).
Nella sua opera, Cummins parla di questo singolarissimo yant nel capitolo dedicato al lignaggio del venerabile Luang Phor Phern nel quale racconta dei discepoli dell’ex Abate del Wat Bang Phra, il tempio dei Sak Yant. Tra questi ha incontrato Ajarn Somchat Nakchan [อาจารย์สมชาตินาคจันท] di cui scrive che “probabilmente lo yant più unico e intrigante che offre il suo samnak è la tigre balzante a tre teste (sua sam sian). Le tre teste, secondo quanto riferito, starebbero contemporaneamente a guardia del Karma presente, passato e futuro della persona che porta questo yant su di sé. Il maestro tatua soltanto una tigre a tre volti all‘anno”.
Della tigre a tre teste abbiamo ritrovato anche altre raffigurazioni e come ci aspettavamo, le conoscenze che si celano dietro i tre volti della regina della jungla sono decisamente complesse da penetrare.
Ci è stato spiegato che lo yant Sua Sam Hua è stato originariamente realizzato nel terzo mese lunare del terzo anno della tigre secondo lo zodiaco asiatico ed è per questo che lo yant dai tre volti viene chiamato anche Yant Sua Sam Kham [ยันต์ เสือ สาม ค่ำ] lo yant della tigre del terzo ciclo lunare o dei tre cicli lunari -in thai “Khang Khun Kangrem” [ข้างขึ้น ข้างแรม].
Come riportato da Cummings dopo l’incontro con l’Ajarn che gli mostrò la tigre e tre teste, anche a noi è stato spiegato che lo Yant Sua Sam Hua dovrebbe essere tatuato soltanto una volta all’anno, il terzo giorno del terzo ciclo lunare.
Sui poteri di questo yant alcuni Ajarn ritengono che le tre teste siano preposte al respingimento dei sentimenti di rabbia, bramosia e lussuria. Si dice anche che i tre volti si riferiscano al Phra Ratanatrai, ovvero le Tre Gemme del buddhismo: Buddha, Dhamma e Sangha: l’Illuminato (Buddha), i suoi insegnamenti e l’ordine monastico che ne promulga la via.
Nonostante l’estrema rarità con la quale si può ritrovare questo Sak Yant, la tigre a tre volti ci è stata descritta come portatrice di un potere formidabile la cui magnificenza non teme alcuna avversità.
Pra Ruesi Maestro di Sak Yant adagiato sul dorso della tigre a tre teste
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– Yant n.2 | 1° pubblicazione 01/02/2020
Phra Sivali พระสีวลี
Un altro yant sconosciuto (o quasi del tutto) agli occidentali è quello che raffigura Phra Sivali, uno dei primi seguaci di Buddha considerato spesso dai thai un Buddha a sua volta in quanto raggiunse il Niphan (la condizione di consapevolezza e illuminazione che permette l’interruzione dei cicli di reincarnazione). Secondo le credenze dei thai Phra Sivali è uno dei tre monaci portatori di Maha Choklab, ovvero fortuna e prosperità economica, assieme a Phra Uppakut e Phra Sangkachai.
I tre, assieme a Phra Kasaphà e Phra Anja Kontanja, sono i primi cinque monaci ad aver raggiunto appunto lo stato di Niphan. Per darci un’idea della loro importanza nel contesto del buddhismo Theravada potremmo paragonarli ai santi del cristianesimo che trascorsero la propria vita accanto a Gesù.
Phra Sivali viene raffigurato nell’atto di pellegrinare tenendo con una mano il bastone e con l’altra l’ombrello, portando con se anche una sacca e il tipico vaso per raccogliere le offerte. Restando sempre in tema di paragoni con il cristianesimo, Phra Sivali è considerabile come l’equivalente del nostro beneamato San Cristoforo, ovvero, il santo protettore dei viaggiatori.
Le proprietà di questo yant sono solitamente ricondotte sia alla protezione che alla fortuna economica e alla buona sorte perché quando era in vita Phra Sivali non veniva mai lasciato senza un riparo o senza mangiare. Si racconta che ovunque lo portasse il suo pellegrinaggio, egli non patisse mai alcuna pena inquanto fedeli e devoti accorrevano da ogni dove per offrirgli cibo, acqua, riparo e qualsiasi altro bene utile al suo sostentamento al suo pellegrinare.
Gli Yant legati a Phra Sivali sono differenti, oltre ai Sak Yant che lo ritraggono fisicamente ve ne sono anche alcuni che ne imbrigliano le proprietà sotto forma di diagrammi yantra.
A sinistra lo yant Phra Sivali Yay (il grande Phra Sivali) e a destra lo yant Huachai Phra Sivali (il cuore di Phra Sivali)
Si narra che una volta un gruppo di monaci dovette attraversare un deserto per percorrere uno dei cammini di Buddha. Questo deserto però era tanto aspro che la sua attraversata avrebbe potuto costare addirittura la vitta dei pellegrini. A questi monaci venne suggerito di invitare Phra Sivali ad unirsi a loro per aiutarli a superare indenni l’attraversata in quanto era risaputo che ovunque il santo si recasse attirava a se fedeli e devoti pronti a sostentarlo.
I monaci seguirono il consiglio ricevuto e assieme a Phra Sivali attraversarono quella lingua di territorio tanto temuta senza mai patire la fame, la sete o qualsiasi altro problema.
Gli Yant di Phra Sivali vengono tatuati sia a coloro che necessitano di supporto per le proprie imprese, sia per ricevere la benedizione del santo quando si vuole essere compassionevoli e ci si vuole sacrificare per il prossimo come faceva lo stesso Phra Silvali.
A parte le informazioni di prima mano fruibili in questo articolo, di Phra Sivali si possono ritrovare anche altri riscontri su Google avviando una ricerca usando sia il suo nome in caratteri thai che latini come parole chiave. Tra i diversi risultati vi lasciamo quello di Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/S%C4%ABvali
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– Yant n.1 | 1° pubblicazione 17/04/2019
Yant Dum Due ดำดื้อ e Yant Daeng Kae Rae แดงเกเร
La storia di questi due yant è davvero affascinante e ciò che li caratterizza come delle rarità è ancora più intrigante della loro stessa storia.
I due omini dall’aria malandrina sono rispettivamente, da sinistra verso destra: Dum Due, “il ribelle nero” e Daeng Gae Rae, “il vizioso rosso”, i due protagonisti di una favola/leggenda thai che racconta le animate vicende di questi due scavezza colli. L’ex abate del Wat Bang Phra, il venerabile Luang Phor Phern (colui che ha disegnato alcuni dei più celebri Sak Yant esistenti) disegnò i due personaggi prendendo spunto dalla loro storia realizzando due Sak Yant talmente carismatici che, secondo le credenze dei thai, non devono mai essere tatuati assieme per via del fatto che Dum Due e Daeng Gae Rae tendono a combattersi a vicenda. Averli tatuati assieme comporterebbe quindi numerose sofferenze al proprio portatore.
Ai giorni nostri questi due yant vengono tatuati (quasi) esclusivamente dai monaci del Wat Bang Phra oppure dagli Ajarn che hanno studiato il Sak Yant all’interno del Tempio e che quindi appartengono a quel lignaggio.
Questi due yant, oltre ad essere realizzati da un numero di Maestri limitato vengono anche tatuati di rado in quanto non tutti i maestri ritengono che Dum Due e Daeng Gae Rae siano due yant che possano essere ricevuti da chiunque per via del loro forte carisma.
Riguardo il potere e le proprietà di questi due yant ci è stato spiegato che Dum Due e Daeng Gae Rae apparterrebbero a quella categoria di Sak Yant legati all’invulnerabilità e all’incremento della forza/potere personale.
A raffigurare il burrascoso ribelle nero, oltre ai Sak Yant, vi sono anche altri tipi di yant come gli amuleti e gli yant su stoffa.
A parte le informazioni di prima mano fruibili in questo articolo, di questi yant poco noti si possono ritrovare anche altri riscontri su Google avviando una ricerca usando i loro nomi thai come parole chiave. Tra i risultati più interessanti vi sono anche tre video di cui due in lingua thai e uno in lingua inglese:
Yant Dam Der Yant Daeng Gere – YouTube
ดำดื้อแดงเกเร ยันต์จอมพลัง ตัวใหญ่เท่ายักษ์ – YouTube
ดำดื้อ-แดงเกเร สุดยอดยันต์-เครื่องรางแก่กล้าพละกำลังหนังเหนียว – YouTube
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